Regolamenti

Un laboratorio per la didattica e la ricerca di campo

IL laboratorio scientifico – didattico L. Cortesogno è una struttura destinata ad attività di ricerca e studio, chiamata a svolgere un ruolo di supporto ai ricercatori impegnati nella ricerca di campo e come aula scientifica per scuole di vario ordine e grado che ne fanno richiesta di utilizzo. Il laboratorio è ubicato presso la Sede Operativa dell’Ente Parco, in via Baldo 29 a Lerma (AL). La progettazione e l’allestimento del laboratorio sono stati realizzati con la consulenza del Dott. Marco Pieri dell’Istituto ITIS di Acqui Terme (AL).

Il laboratorio presenta un allestimento multimediale per proiezioni e lezioni di biologia dal vivo tramite il collegamento microscopio – viedoproiettore. L’utilizzo del laboratorio è vincolato ad autorizzazione, ottenibile presso gli Uffici dell’Ente Parco (info@areeprotetteappenninopiemontese.it).

La documentazione qui presentata ha lo scopo di illustrare le caratteristiche e le modalità di utilizzo del laboratorio scientifico didattico dedicato a Luciano “Lucio” Cortesogno, Professore ordinario di petrologia e petrografia della Facoltà di Scienza dell’Università di Genova, esperto studioso delle formazioni geologiche del Gruppo di Voltri e appassionato insegnante e divulgatore scientifico.

BIOGRAFIA DEL PROFESSOR LUCIANO CORTESOGNO

Luciano Cortesogno, Professore Ordinario di Petrologia e Petrografia della Facoltà di Scienze dell’Università di Genova, si è spento il 23 Maggio 2005 a 64 anni, per una malattia inesorabile che ha affrontato con ferma dignità e coraggio.

Per i suoi ampi interessi scientifici, Luciano Cortesogno ha rappresentato una delle figure più complete  del panorama scientifico nazionale ed internazionale: più di 160 articoli, scritti in collaborazione con numerosi colleghi Italiani e stranieri, 5 carte geologiche con note, la collaborazione a numerosi fogli della Carta Geologica d’Italia 1:50.000, inviti quale oratore a simposi, riunioni scientifiche, conferenze, testimoniano l’attività di uno stimato e carismatico componente della comunità delle Scienze della Terra.

A partire dal 1970, Luciano Cortesogno ha sviluppato linee di ricerca relative ai processi genetici, metamorfici di fondo oceanico ed orogenici nella litosfera oceanica. In quegli anni ha svolto rilevamenti di terreno e restituzione cartografica accurati, seguiti da approfondite analisi mineralogiche, petrografiche, petrologiche giungendo a modelli interpretativi  innovativi rispetto alla concezione geologica del tempo, e tuttora moderni, e contribuendo a porre le basi della geologia delle ofioliti della Tetide. Un carattere distintivo di Luciano è stata la capacità di collaborare ed integrare i contributi delle altre discipline: stratigrafia, geologia strutturale, geochimica, mineralogia, instaurando contemporaneamente salde amicizie all’interno del Gruppo di Lavoro sulle Ofioliti Mediterranee.

Pietre miliari della sua produzione scientifica sulle ofioliti sono stati i lavori sul metamorfismo di fondo oceanico di alto e basso grado nei gabbri Appenninici, sulla petrogenesi delle oficalci, sui metamorfismi di alta pressione (scisti blu, eclogiti), sulla ricostruzione di genesi ed evoluzione della litosfera oceanica dell’Appennino Settentrionale, sul limite Alpi – Appenino, sull’evoluzione orogenica e relativo metamorfismo nelle Alpi Liguri e nell’Appennino Settentrionale.

La risonanza internazionale del suo lavoro chiamò sulle ofioliti Liguri molti colleghi stranieri: la Zona Sestri-Voltaggio, nota di nome anche a molti profani della geologia, che costituisce parte del limite Alpi – Appenino, è stata investigata ed interpretata con il geologo francese Daniel Haccard attraverso 15 anni di lavoro.

Intanto, i suoi interessi scientifici si estesero alla petrogenesi della crosta continentale della falda Pennidica in Liguria: stratigrafia ed evoluzione metamorfica del Paleozoico inferiore, vulcanismo, plutonismo, stratigrafia tardo Varisici, vulcanismo Triassico. La sua ricerca, attraverso una fruttuosa collaborazione con i colleghi, ma soprattutto amici di Pavia, Mario Vanossi in primis, si svolse attraverso molti anni di lavoro sul terreno e in laboratorio, e si concretizzò in una ricostruzione esauriente di un margine passivo orogenizzato.

Negli anni 90 fu invitato ad unirsi a progetti internazionali sulle ofioliti Albanesi ed Uraliane, che egli affrontò con la consueta capacità e profonda dedizione. Inoltre, le ricerche sul Permiano continentale si estesero a buona parte dell’Europa meridionale (Sardegna, Bulgaria, Subalpino, Provenza) con l’amico Bepi Cassinis, approdando ad una visione consistente ed interdisciplinare degli eventi tardo orogenici Varisici, affrontando successivamente gli eventi vulcanici anorogenici tardo Permiani – Triassici.

La sua produzione scientifica, copiosa e di alto livello, si è sempre accompagnata ad una generosa attività di docente a studenti, laureandi, dottorandi, alla apertura alla discussione scientifica, sempre ricca di suggerimenti per i ricercatori più giovani.

Alcuni dei suoi ex-studenti sono oggi professori ordinari, associati o ricercatori presso le Università di Genova e Pavia, o geologi professionisti di successo.

Luciano Cortesogno era una persona di alto senso civico e coscienza ambientale, che diede sempre generosamente, formalmente in istituzioni o ufficiosamente in una chiacchierata al telefono o al caffè, un contributo costruttivo, rigoroso e intelligente a problemi di gestione e pianificazione sul territorio.

Chi è stato sul terreno o ha discusso con lui ricorda la passione per le scienze naturali nel loro complesso e la sua capacità di guardare, vedere e immediatamente interpretare. I suoi colleghi stranieri ricordano “A nice person with a deep knowledge of geology as well as botany and fauna, and a good fellow in field meetings” e “C’était un collègue comme on les aime: compétent, attentif, discret, avec des connaissances sûres et sérieuses qu’il n’hésitait pas à partager. Il a laissé une empreinte profonde au Laboratoire de Gênes et sur la géologie des Alpes ligures.”  “He was not only an excellent geologist but also a very good naturalist interested by many aspects of natural sciences, a very cultured and sympathetical collegue.”

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