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LE AREE PROTETTE DELL’APPENNINO PIEMONTESE AL CONVEGNO CONCLUSIVO SUL PROGETTO EUROPEO I-BEEF 2

Lunedì 18 novembre presso la Sala Trasparenza del Palazzo della Regione a Torino si è tenuto il Convegno conclusivo sul progetto “I-Beef2: le razze autoctone di bovini da carne italiani al centro della biodiversità, del benessere animale e dell’ambiente.

Nell’ambito della mattinata sono stati presentati i dati scaturiti dal progetto che ha coinvolto le Associazioni che rappresentano le razze Piemontese, Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana, Podolica, Charolaise e Limousine italiane (Anabic, Anaborapi e Anacli).

Ad aprire il convegno è stato l’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, al quale l’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese ha consegnato una proposta per la valorizzazione delle attività agro-silvo-pastorali locali, il recupero della razza bovina Tortonese (Montagnina) e dell’allevamento di qualità, l’organizzazione della Fiera regionale specializzata del bestiame delle antiche razze locali, l’istituzione delle Pratiche Locali Tradizionali e l’ampliamento del progetto ecomuseo a Cascina Merigo con il riconoscimento di Fattoria didattica e Centro Agricolo Promozionale dell’Appennino Piemontese.

Il progetto I-Beef 2 ha avuto una durata triennale (2020-2023), in continuità con quello del triennio precedente, relativamente ai temi legati alla tutela della biodiversità, del benessere animale e alla riduzione delle emissioni.

È stato inserito nell’ambito del Programma di sviluppo rurale (Psrn) e finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Nazionale e delle Foreste.

“Gli obiettivi del progetto – ha spiegato Stefano Pignani, direttore di ANABIC – sono stati quelli di individuare i relativi punti di forza e di debolezza, ma soprattutto le opportunità che ne possono derivare. Pensiamo infatti alla possibilità  di trasferire le competenze sviluppate negli anni da ciascuna Associazione nella gestione della biodiversità, del benessere animale e dell’impatto ambientale o a quella di sfruttare e gestire le informazioni ottenute nel campo della genomica che potrebbero essere indirizzate anche ad altre razze, favorendo al contempo le condizioni per esportare il materiale genetico prodotto”.

Sul tema della tutela della biodiversità del settore bovino da carne e la predisposizione di Piani di selezione che puntino a ridurre le emissioni migliorando l’allevamento del bestiame, è intervenuto Andrea Quaglino, Direttore di ANABOARAPI “Il progetto I-Beef2 ha lavorato in questa direzione percorrendo tre direttrici principali partendo dalla gestione e difesa della biodiversità delle razze rappresentate dalle tre Associazioni, quindi Piemontese, Chianina, Romagnola, Marchigiana, Maremmana, Podolica,  Charolaise e Limousine ma anche di altre a limitata diffusione come la Calvana, la Mucca Pisana, la Pontremolese, la Sarda, la Sardo-Modicana e la Sardo-Bruna o di altre introdotte recentemente nel nostro Paese come la Aberdeen Angus e la Blonde d’Aquitaine. La seconda direttrice ha riguardato l’elaborazione di strumenti selettivi necessari per adattare gli animali ai cambiamenti climatici in atto da alcuni anni e quindi puntare alla riduzione delle emissioni in atmosfera aumentando la resistenza allo stress termico causato dal riscaldamento globale.

La terza direttrice – ha proseguito Stefano Saleppichi direttore di ANACLI – ha riguardato l’esplorazione di nuovi orizzonti selettivi che permettano di introdurre tra i caratteri in selezione fattori collegati al benessere animale, alla salute del bestiame e alla resistenza genetica alle malattie”.

Gli allevamenti delle razze autoctone di bovini da carne si caratterizzano nel nostro Paese per le loro dimensioni medio-piccole e sono distribuiti un po’ sull’intero territorio nazionale, ma in special modo nelle zone svantaggiate. Questo non solo prevede un importante ricorso al pascolo, ma è testimonianza di una tradizione che nel tempo ha consolidato il suo valore sociale e ambientale.