Lezioni sulla biodiversità all’UNITRE di Mornese
Prosegue la collaborazione tra l’Università delle tre età-APS sede di Mornese e l’Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese-Ecomuseo di Cascina Moglioni.
Nel corso dell’anno accademico 2024/2025 sarà proposto un ciclo di lezioni incentrate sulla biodiversità in ambito naturalistico, agricolo e culturale.
Di seguito una breve descrizione degli argomenti che verranno trattati.
I fiori dell’Appennino settentrionale: un tesoro ancora da (ri)scoprire
Giacomo Gola
Qual è il pregio della flora del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo e, più generale, dell’Appennino ligure-piemontese? Certo le quasi 1000 specie del Parco sono un patrimonio, una varietà eccezionale che merita l’attenzione non solo degli appassionati di natura ma di tutta la collettività; poi la presenza di ben tre entità esclusive dell’area Parco e delle sue immediate vicinanze sono motivo di attenzione, tutela e ammirazione perché si tratta di piante tanto rare quanto belle ma anche la quantità di vegetali protetti dalla Regione Piemonte presenti è del tutto eccezionale. Insomma la flora di queste montagne, sia per le vicende geologiche cui faremo rapidi cenni, sia per la storia delle “migrazioni” indotte dalle alterne fasi climatiche della Terra nel corso delle più recenti fasi glaciali e interglaciali, è di un interesse davvero particolare e parallelamente all’interesse per queste diversità e rarità, di sicuro, non tralasceremo il pregio della bellezza.
Il buio che arricchisce la biodiversità
Mara Calvini
Ogni angolo del nostro pianeta è abitato da specie animali e vegetali. Dalla comparsa della vita sulla Terra le specie si sono evolute e ciascuna di esse ha trovato il proprio posto. Parte di queste specie ha optato per uno spazio-tempo libero: la notte. Gli animali notturni rappresentano una parte molto importante della biodiversità. Popolando lo spazio notturno, numerose specie evitano di mettersi in competizione con le specie che vivono di giorno e possono così occupare una moltitudine di nicchie ecologiche vacanti. Insieme alla Guardiaparco Naturalista Mara Calvini verranno affrontati gli adattamenti alla sopravvivenza di alcuni animali notturni con un focus su una problematica molto attuale: l’inquinamento luminoso.
Agrobiodiversità – I contadini custodi come riferimento per la tutela e la valorizzazione territoriale
Lorenzo Vay
Oggi le razze autoctone possono rappresentare un vero e proprio bacino di biodiversità che incarna storia, cultura, tradizioni del territorio. La “Montagnina” è la razza bovina che appartiene indissolubilmente alla memoria collettiva di quest’angolo di Appennino ed è protagonista di un’infinità di storie e aneddoti legati a questi luoghi: Giovanni di (cascina) Merigo aveva solo tredici anni quando andava con i buoi a Silvano d’Orba per vendere la legna; Beppe della (cascina) Piota, invece, faceva il maniscalco e girava con la sua borsa piena di attrezzi nei paesi della valle per ferrare gli animali. L’incontro vuole essere un confronto con i partecipanti sulla presenza della razza bovina Tortonese (la “Montagnina”) nel territorio di Mornese e dintorni e sulle prospettive di un nuovo modello di allevamento sostenibile.
Coltivare la biodiversità
Maurizio Ferrando
L’ecosistema agricolo è tanto più assimilabile ad un ecosistema naturale quanto è meno incisiva l’entità degli interventi umani che vi operano (Odum, 1984-Ecologo).
Le attività agricole hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo significativo nel modellare il paesaggio. L’agricoltura è all’origine di numerosi ecosistemi dotati di un’elevata biodiversità e contribuisce al mantenimento della diversità delle specie e di un ricco patrimonio genetico. Anche se i terreni agricoli servono in primo luogo a produrre derrate alimentari sane e di qualità elevata e materie prime rinnovabili, la preservazione della biodiversità e un’attività agricola sostenibile sono inestricabilmente legate. Questo è il motivo per cui non si può arrestare la perdita di biodiversità ed evitare il deterioramento dei servizi ecosistemici senza l’impegno attivo degli agricoltori che sono i principali gestori dei terreni in Italia, ma anche e soprattutto i consumatori che con le loro scelte di consumo, possono deciderne le sorti. Tuttavia, la produzione alimentare non dovrebbe competere con il contributo offerto dall’agricoltura attraverso la fornitura di servizi ambientali, come la biodiversità ma esserne volano. Questi importanti ruoli possono e devono coesistere con l’aiuto di consumatori consapevoli che il paesaggio che vedono dalla loro finestra è frutto di scelte di gestione agro-ambientale. Assieme al Guardiaparco Maurizio Ferrando si farà una chiacchierata per riflettere su questi temi.
Biodiversità e diversità linguistica: una relazione millenaria nella storia dell’umanità
Elisa Arecco
Numerose ricerche hanno dimostrato come diversità biologica della Terra (biodiversità) e diversità linguistico-culturale siano tra loro inseparabili e necessarie contro i più recenti processi di omologazione e di distruzione del Pianeta. Per millenni, le società umane si sono evolute con la natura, hanno imparato a conoscerla e a definirla attraverso le parole; queste ultime si sono diversificate adattandosi al loro ambiente naturale e dando vita ad una biblioteca vivente di informazioni che l’industrializzazione dei secoli scorsi e la globalizzazione attuale hanno in buona parte depauperato. Nella nostra specifica realtà, anche i dialetti assumono un ruolo altrettanto importante perché racchiudono una fitta rete fatta di memoria, saperi, valori che una volta persi, lo saranno per sempre ed è proprio qui che si inseriscono le attività di sensibilizzazione e di ricerca, a livello locale, attuate dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni.
E. Arecco, M. Calvini, M. Ferrando, G. Gola, L. Vay