Attività Ecomuseo Cascina Moglioni

IL BOSCO E LA VIGNA – presentazione del progetto “Genius Loci. L’anima dei luoghi: per un’educazione civica alla bellezza”

Il Liceo Amaldi crede in una pedagogia della bellezza, una bellezza che non è prerogativa delle cose, del mondo, delle opere d’arte, ma del nostro rapporto con il mondo naturale e culturale. Il progetto “Genius Loci – L’anima dei luoghi” ha come scopo di educare alla bellezza conducendo ad apprezzare il patrimonio culturale al di là di come normalmente conduce ad apprezzarlo la scuola, attivando comportamenti legati alla tutela e valorizzazione.

dalla pagina Facebook del Liceo Amaldi di Novi Ligure

L’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese – Ecomuseo di cascina Moglioni, insieme a diverse realtà produttive e culturali della zona, è stato ospite della due giorni “Il Bosco e la vigna”, iniziativa organizzata dal Liceo Amaldi di Novi Ligure presso il Museo dei Campionissimi nelle date 15 e 17 novembre 2023. Motivo di ispirazione per gli organizzatori è stata una riflessione di Peppino Impastato, nella quale il giornalista sottolineava la necessità di “educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Il progetto, che si rivolge in modo specifico agli allievi del liceo classico e del liceo delle scienze umane, infatti, muove da una concezione della bellezza come forza (ri)generatrice che non si limita a essere solo, seppur fondamentale, esperienza estetica, ma che diventa strumento di interpretazione ed emancipazione per giovani cittadini consapevoli. Perché questo possa avvenire, tuttavia, è importante educare gli studenti all’osservazione critica, esercitarli al racconto – attraverso le parole e le immagini – e al confronto con le istituzioni, le aziende e le professioni che, anche su scala locale e con un approccio concreto, si occupano del tema. Numerosi pertanto sono stati i relatori che, da prospettive diverse, hanno condiviso le loro esperienze per svelare in quanti e quali modi sia possibile difendere e rivendicare il diritto alla bellezza.

Viola bertolonii – foto G.Gola (Archivio APAP)

La bellezza della diversità e dell’unicità delle specie naturali presenti nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, dove è possibile incontrare più di 950 specie vegetali e rari endemismi, come la Viola bertolonii, è stato l’argomento affrontato da Giacomo Gola, guardiaparco dell’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese. Di seguito si riportano alcuni passaggi del suo discorso:

Marcarolo è stato tra i primi Parchi regionali del Piemonte ad essere istituiti. Il progetto di Parco nacque cinquantanni fa, con lidea, rimasta tale – quasi un sogno, di un grande Parco interregionale alle porte di Genova, a cavallo tra gli altopiani di Praglia e Marcarolo. Larchitetto Cesare Fera di Genova non venne ascoltato dalla sua Regione. In Piemonte invece il progetto prese forma, sostanza e col 1989 nacque il Parco naturale delle Capanne di Marcarolo come lo vediamo oggi: 82 kmq di territorio al confine con la Regione Liguria, inserito poi, negli anni seguenti, al fianco di una preziosa Riserva naturale, quella del Neirone, e di un altro Parco regionale, quello dell’Alta Val Borbera. Marcarolo è caratterizzato da montagne aspre che sino a pochi secoli fa hanno ospitato i boschi più estesi e importanti di tutta larea tra Lemme e Stura di Ovada. Veniva chiamata la “Selva dOrba”, forniva legname per costruire, per i cantieri navali, per fare il carbone e poi, in epoca più recente, per alimentare le prime industrie. Insomma, i boschi odierni sono unimmagine, seppur opaca, di quello che erano un tempo. Ma ci sono ancora e aspettano che voi li vogliate scoprire. E allora dobbiamo tornare sui monti, raggiungere quella posizione privilegiata, così da poter ritrovare lanima, lessenza profonda dei luoghi che con luomo hanno stipulato un mite patto di fratellanza. E a questo punto, da questosservatorio privilegiato, vorrei che vi chiedeste insieme a me: che cos’è la bellezza? E se la bellezza fosse anche diversità, diversità intesa come moltitudine di specie diverse tra loro? 955 specie di piante è solo un numero, ma se provate con me ad immaginare quanti colori, quanta bellezza c’è in questo numero, potrete vedere, potrete immaginare quale incredibile caleidoscopio è la Natura delle vostre montagne.

Che cos’è la bellezza? E se la bellezza fosse anche unicità? Perle che non troverete però nei fondali marini, ma in superficie, cercando attentamente, con la curiosità che contraddistingue uno dei tratti più veri, emozionanti dellessere umano; perle da ammirare, fotografare, da lasciare per la persona che seguirà dopo di noi il sentiero.

Io sono convinto che questo fiore [Viola bertolonii] che vi sto provando a raccontare sia anche, forse soprattutto, un profondo giacimento di bellezza cui attingere per sognare i nostri colori. Per me, il viola è quello della Viola di Bertoloni. Se smarrisco il viola, lo ritrovo a Marcarolo, devo tornare lassù per ritrovarlo. Una bellezza disponibile per tutti, che si rigenera naturalmente senza bisogno di cure. Unica nostra cura, la più importante, la conservazione, la tutela di questi luoghi, come per secoli hanno fatto i nostri predecessori. Questa Natura così ricca è la nostra vigna e si rigenera da sola.

foto M.Ravera

L’intervento dell’ecomuseo di cascina Moglioni dal titolo “Abitare una terra: l’ecomuseo” si è aperto, invece, sulle note di “This land is your land”, una canzone di protesta degli anni ’40, composta da Woody Guthrie; un brano che parla di bellezza, di uguaglianza e di impegno civico, un pezzo musicale in cui gli splendidi scenari naturali americani suggeriscono a ciascuno di noi che la Terra (non solo la terra statunitense) ci è stata data in dono come bene comune del quale fruire e prendersi cura. A presidio di questo meraviglioso patrimonio, oltre agli studi scientifici, alle norme e alle convenzioni internazionali, infatti, vi sono la musica, la letteratura, l’arte: la bellezza che si fa paladina di se stessa. Un percorso intrecciato, dove la natura è motivo di ispirazione artistica e l’arte mezzo di interpretazione e tutela ambientale.

Gli artisti, in effetti, sono stati promotori, più o meno consapevoli, di quelle che, in senso lato, potremmo definire le prime battaglie ecologiste a sostegno dell’ambiente. Ne sono un esempio Théodore Rousseau e gli altri barbisonniers grazie ai quali la foresta di Fontainebleau venne dichiarata, nel 1848, “Riserva artistica” o Carleton Eugene Watkins, le cui mostre fotografiche convinsero Abraham Lincoln a firmare, nel 1864, in piena guerra civile, un decreto legge nel quale le sequoie (e quell’area naturale che sarebbe diventata, poco dopo, lo Yosemite National Park) venivano affidate allo Stato della California. 

Non meno attivi, in questi ultimi anni, si sono dimostrati i musei. Tra le realtà museali più virtuose si distingue il Leopold Museum di Vienna che nel 2023 ha lanciato una campagna di sensibilizzazione contro i cambiamenti climatici attraverso la realizzazione del progetto, “A few degrees more”, un percorso tra arte e scienza, ideato in collaborazione con il Climate Change Center Austria. Per attirare l’attenzione dei visitatori, i curatori hanno deciso di esporre 15 capolavori, a soggetto naturalistico, leggermente inclinati a dimostrazione che “a few degrees more (will turn the world into an uncomfortable place) – qualche grado in più (trasformerà il mondo in un posto scomodo)”; accompagnano le celebri tele di Egon Schiele, Gustav Klimt, Gustave Courbet e molti altri, delle puntuali riflessioni sulle conseguenze nefaste che un aumento della temperatura globale superiore agli 1.5°C provocherebbe e su quello che si potrebbe fare per evitare la catastrofe. (www.afewdegreesmore.com)

Ma un’autentica attenzione all’aspetto estetico ed emozionale nei confronti delle questioni ambientali e sociali, oggi sempre più presente in ambito museale, emergeva chiara nel mondo degli ecomusei, fin dalla loro nascita. Gli ecomusei, ponendo al centro del loro interesse non una collezione, ma una comunità che viveva in un ambiente, allora perlopiù naturale, non avrebbero potuto ignorare il potere della bellezza, forse l’esperienza umana più efficace nel consolidare quell’ancestrale e intimo legame che unisce l’uomo alla natura e alla Terra. Ed è questo l’obiettivo che anche l’ecomuseo di cascina Moglioni, a livello locale, persegue organizzando mostre fotografiche a tema, laboratori di disegno naturalistico e spettacoli teatrali messi in scena nel “teatro nella natura dell’ecomuseo” a cui, non a caso, fa da scenografia la bellezza irregolare dei monti d’Appennino.

Per approfondire: