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MONITORAGGIO INVERNALE DEI PIPISTRELLI

Nel mese di gennaio i guardiaparco delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, con il coordinamento della collega Mara Calvini, naturalista esperta in chirotteri (chirotterologa), hanno effettuato una parte del monitoraggio invernale dei pipistrelli (chirotteri), che terminerà a metà febbraio. 

Il censimento utilizza un metodo standardizzato che prevede il conteggio a vista degli individui, con l’utilizzo soltanto di una torcia elettrica a Led e di una macchina fotografica, affinché il disturbo sia minimo. Quest’ultima è particolarmente utile in caso di una colonia numerosa per cui con la foto è possibile fare un conteggio “a tavolino” più preciso, limitando al minimo il disturbo degli animali.

Tutte le specie di chirotteri sono protette a livello europeo; la Direttiva Europea “Habitat“ 92/43/CEE prevede il monitoraggio costante delle popolazioni di chirotteri sul territorio attraverso il controllo sistematico dei loro siti di ibernazione nel periodo invernale (dicembre-febbraio). I dati raccolti vengono inseriti in un apposito data base regionale per essere periodicamente trasmessi al Ministero dell’Ambiente il quale ogni 6 anni redige il Rapporto Nazionale periodico sulle specie e sugli habitat di Direttiva

guardiaparco Maurizio Ferrando nelle grotte di Morbello – foto Mara Calvini
responsabile vigilanza Giacomo Gola nelle grotte di Morbello – foto Mara Calvini

L’Ente effettua i monitoraggi dei pipistrelli nelle Aree Protette e nei Siti Natura 2000 di competenza, dal 2010. Delle 28 specie presenti in Piemonte, ben 19 sono quelle attualmente conosciute per il territorio dell’Appennino Piemontese, ognuna con abitudini ecologiche differenziate sia nella scelta dei rifugi (cavità di alberi, sottotetti di case, ponti, grotte), sia negli ambienti di caccia (boschi, radure, zone umide, giardini, edificati). Quelle oggetto di indagine nel periodo invernale sono le specie cosiddette “troglofile” ovvero quelle che prediligono le cavità sotterranee per andare in letargo; nelle grotte e nelle miniere conosciute, 16 in tutto, sono state segnalate 5 specie: Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), Vespertilio di Daubenton, (Myotis daubentonii), Vespertilio di Natterer (Myotis nattereri) e Serotino comune (Eptesicus serotinus). La più diffusa, seppur non abbondante, è il Rinolofo maggiore (allegato II e IV della Direttiva Habitat) con un massimo di 14 individui in un unico sito di svernamento, mentre le altre specie risultano più rare e localizzate.

Rhinolophus ferrumequinum al Forte di Gavi – foto Mara Calvini

Il monitoraggio di quest’anno evidenzia una apparente diminuzione generale del numero di individui; il rinolofo maggiore, specie di riferimento, per esempio, nel 2023 è stato osservato con un massimo di 9 individui, in relazione anche al controllo di siti limitrofi. Le cause potrebbero essere una stagione primaverile siccitosa, che ha avuto ripercussioni anche su altri taxa, come passeriformi e anfibi, e un inverno non particolarmente rigido, con possibili interruzioni del periodo di letargia dei pipistrelli che può portarli anche alla morte.

L’Ente ha inoltre intrapreso concrete azioni di conservazione rivolte agli ambienti sotterranei che ospitano le specie di chirotteri di maggior valore conservazionistico a livello europeo. Nel 2019 sono state messe in sicurezza quatto miniere nella Valle del Gorzente, all’interno del Parco naturale di Capanne di Marcarolo, mediante l’installazione di appositi cancelli a barre orizzontali che consentono l’accesso ai chirotteri e ad altra fauna troglofila (es. Geotritone Speleomantes strinatii).

guardiaparco Mara Calvini all’ingresso della miniera M3 – foto Giacomo Gola

Le miniere “M1″ e “M13” nell’area delle Ferriere sono invece state messe in sicurezza nella parte iniziale del loro sviluppo, nell’ambito del Progetto di conservazione naturalistica e valorizzazione dell’ambiente geologico minerario delle Valli Piota e Gorzente che ha previsto anche la possibilità di accesso ai visitatori, secondo un protocollo di fruizione che tiene conto scrupolosamente degli obblighi comunitari in materia di conservazione delle specie e degli habitat: l’accesso, a scopo didattico/fruitivo, è possibile unicamente dal 15 aprile al 15 ottobre di ciascun anno su prenotazione, con accompagnamento obbligatorio di una Guida autorizzata dall’Ente parco.

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