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Progetto Life WolfAlps EU – Resoconto dei lupi recuperati in provincia di Alessandria nel 2022

Nel 2022 il Network Lupo della provincia di Alessandria ha recuperato 13 lupi morti per cause diverse, che hanno consentito, nell’ambito del Progetto LIFE WolfAlps EU, di raccogliere importanti informazioni sulle principali cause di mortalità, fondamentali per l’elaborazione di programmi futuri per la tutela e la conservazione della specie.

Di seguito l’elenco ad oggi dei lupi recuperati in provincia di Alessandria, estratto dal sito del Centro Grandi Carnivori https://www.centrograndicarnivori.it :

  1. 6/04/2022, Alessandria (AL): in attesa di necroscopia.
  2. 03/05/2022, Provincia di Alessandria (AL): impatto con veicolo.
  3. 14/08/2022, Casaleggio Boiro (AL): femmina di 2 anni circa – causa morte non determinabile, apparentemente non traumatica 
  4. 18/10/ 2022, Pontestura (AL): maschio di circa 6 mesi – investimento stradale
  5. 28/10/2022, Treville (AL): femmina di circa 6 mesi – investimento stradale
  6. 1/11/2022, Ovada (AL): maschio di 7 mesi circa – 20,5 kg – aggressione intraspecifica.
  7. 4/11/2022, Ovada (AL): maschio di più di 2 anni – 31,5 kg – investito su linea ferroviaria
  8. 7/11/2022, Castelletto d’Orba (AL): maschio di 7 mesi circa – parassitato da zecche – investimento stradale.
  9. 10/11/2022, Odalengo Grande (AL): maschio adulto – possibile investimento stradale – in attesa di necroscopia.
  10. 15/11/2022, Alessandria (AL): femmina adulta – possibile investimento stradale – in attesa di necroscopia.
  11. 19/11/2022, Visone (AL): femmina possibile ibrido giovane dell’anno di 7 mesi circa – investimento stradale  – in attesa di necroscopia.
  12. 24/11/2022, Casal Cermelli (AL): femmina di 7 mesi circa – 18,1 kg – investimento stradale
  13. 09/12/2022, Vignole Borbera (AL): femmina di 19 mesi – 25,5 kg – aggressione intraspecifica

Gli animali sono stati portati al Presidio Multizonale Veterinario di Alessandria per gli accertamenti delle cause di morte che vengono effettuati presso l’Università di Torino dal Dipartimento di Scienze veterinarie in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta (IZP) – Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici (CeRMAS).

Di tutti gli animali sono state rilevate le misure biometriche: peso, lunghezza totale, altezza al garrese, circonferenza torace, circonferenza collo,  lunghezza coda, lunghezza orecchie, lunghezza del polso e le misure dei ferini e canini.

L’esame anatomo-patologico si esprime innanzi tutto con un valutazione esterna sullo stato di conservazione e lo stato di nutrizione; si analizza la cute e annessi, con eventuali parassiti esterni o anomalie dell’espetto esteriore; dopodiché si verifica il contenuto gastrico e si passa a esaminare la cute, il sistema muscolo-scheletrico, le cavità del corpo, il sistema emolinfatico, gli apparati respiratorio, cardio-vascolare, digerente, urinario, genitale e il sistema nervoso. 

Per ulteriori accertamenti e analisi di laboratorio dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) è possibile che si facciano anche prelievi di porzioni di muscolo o peli per analisi genetiche oppure di contenuto stomacale, campioni di fegato o rene per analisi tossicologiche.

In ultimo il team che esegue la necroscopia stabilisce la causa della morte riportando eventuali note ritenute necessarie.

Le attività di segnalazione e recupero dei lupi morti Network lupo della provincia di Alessandria

Fondamentale per l’attività di segnalazione e recupero dei lupi morti sul territorio è stato il Network lupo della provincia di Alessandria coordinato dall’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, che si avvale della collaborazione dei seguenti soggetti: Ufficio Tecnico Faunistico Provinciale ed Ittiofauna della Provincia di Alessandria, Comando Regionale Carabinieri Forestale, Gruppo Carabinieri Forestale di Alessandria, Ente di Gestione delle Aree Protette del Po vercellese-alessandria, Servizio Veterinario Area A – Sanità Animale dell’ASLAL, ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) AL3-AL4 e Coordinamento Nazionale Gruppo Grandi Carnivori del CAI Club Alpino Italiano.

La diffusione del lupo sull’Appennino Piemontese

Sull’Appennino Piemontese, negli ultimi anni, si è verificata una diffusione della specie anche in aree collinari e di pianura, generalmente più antropizzate, con strade e ferrovie; questo fenomeno ha comportato un incremento dei ritrovamenti di lupi morti, che rappresenta sempre un evento straordinario di grande interesse per stampa, cittadini e amministratori.

In Regione Piemonte i ritrovamenti di lupi morti in Area Alpina, della quale la popolazione dell’Appennino ligure-piemontese, per il Progetto Life WolfAlps EU, si considera faccia parte, valutando le casistiche ormai di oltre vent’anni, sono concentrati nel periodo novembre-aprile, con un picco nel mese di marzo; probabilmente questo è dovuto al più alto utilizzo da parte dei lupi di zone del fondovalle e a bassa quota nei mesi invernali, dove infatti avvengono la maggior parte degli incidenti.

Il periodo del tardo inverno – inizio primavera (fine febbraio, marzo e aprile) coincide con il momento più intenso di dispersioni di giovani lupi in cerca di nuovi territori, situazione che li espone a un maggior rischio di mortalità.

Allo scopo di fare chiarezza e di fornire un’informazione corretta, il Centro di Referenza Regionale per i Grandi Carnivori (https://www.centrograndicarnivori.it), istituito presso l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime in associazione con l’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, si impegna a dare notizia dei ritrovamenti di lupi morti e dei relativi risultati necroscopici non appena disponibili e solo se divulgabili: le informazioni relative a illeciti su cui ci sono indagini in corso, sono infatti sottoposte a segreto istruttorio. Per avere un aggiornamento sul ritrovamento e sul recupero lupi morti in Piemonte è possibile consultare la pagina del sito del Centro Grandi Carnivori https://www.centrograndicarnivori.it/lupo/conoscere-il-lupo/ritrovamento-lupi-morti 

I dati sulle cause di mortalità del lupo

Dagli studi condotti dal 1998 al 2021 in Regione Piemonte le cause di mortalità principali del lupo sono quattro: collisioni con autoveicoli e treno (57,6%), uccisioni illegali (18,4%), cause indeterminate (13,8%) e cause naturali (10,2%).

Considerando solo l’anno 2020/2021, nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU, nel quale sono stati recuperati 47 lupi, le macrocategorie di cause di morte non variano in ordine di importanza rispetto a quanto rilevato per l’intero periodo 1998-2021: collisioni con autoveicoli e treno (72,3%, n=34), le uccisioni illegali (10,6%, n=5), le cause naturali (4,3%, n=2) e cause indeterminate (12,8%,n=6)

Occorre comunque sottolineare che i lupi investiti sono ritrovati con maggiore facilità rispetto a quelli morti per altre cause.

Tra le uccisioni illegali l’avvelenamento e l’utilizzo di armi da fuoco sono le cause più frequenti di mortalità, mentre tra quelle naturali, la principale è l’aggressione intraspecifica.

Per quanto riguarda l’età dei lupi trovati morti, sempre nel periodo 1998-2021, i cuccioli (gli animali di età inferiore all’anno) sono risultati essere la categoria più vulnerabile (42,9%), seguiti dagli adulti (30%) e dai giovani di 1-2 anni (27,1%); nelle periodo 2020/2021 la percentuale, rispetto al totale, delle morti di giovani lupi con meno di 2 anni, è passata dal 70 % all’81%.

Per avere un quadro completo del numero dei lupi morti, della distribuzione nello spazio e nel tempo dei ritrovamenti, delle cause di mortalità dal 1998 al 2018, il documento di riferimento è il Report “Lo status del lupo in Regione Piemonte 2014-2018”.

Per un approfondimento è possibile consultare il paragrafo 4.3 “La mortalità del lupo e gli animali feriti recuperati” della Relazione tecnica “IL LUPO IN REGIONE PIEMONTE 2020/2021” pubblicata a giugno 2022.

Di seguito riportiamo anche il PROTOCOLLO PER IL RITROVAMENTO DI LUPI MORTI O FERITI IN REGIONE PIEMONTE (Progetto Life WolfAlps EU): https://www.areeprotetteappenninopiemontese.it/wpcontent/uploads/2016/06/2989_Protocollo-Lupo-Morto.pdf

In totale, dal 1999 al 31 dicembre 2021 sono stati ritrovati in Regione Piemonte 327 lupi morti, così suddivisi per provincia:

  • Alessandria: 47;
  • Asti: 3;
  • Biella: 2;
  • Cuneo: 137;
  • Novara: 1;
  • Torino: 127;
  • Verbano Cusio Ossola: 3;
  • Vercelli: 6.

Il Progetto LIFE WolfAlps EU e il Centro di Referenza Grandi Carnivori

L’obiettivo primario del Progetto Life WolfAlps EU (https://www.lifewolfalps.eu) è garantire la conservazione a lungo termine del lupo sulle Alpi e sull’Appennino ligure-piemontese realizzando soluzioni condivise insieme ai portatori di interesse per migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sul territorio.

Il Centro di Referenza Regionale per i Grandi Carnivori (https://www.centrograndicarnivori.it), è stato istituito presso l’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime in associazione con l’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.

I Centri di Referenza per la fauna selvatica sono istituiti ai sensi del Decreto del Presidente della Giunta regionale 24/03/2014, n. 2/R che individua i principi generali per la gestione faunistica all’interno delle aree protette regionali, così come previsto nella legge l.r. 19/2009 “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”.

Per tale ragione la Regione Piemonte, in ragione di specifiche competenze ed esperienze acquisite da parte di alcuni Enti di Gestione delle Aree Naturali Protette, ha ritenuto opportuno costituire strutture di riferimento in merito alle problematiche connesse alla conservazione delle specie tutelate dalle Direttive comunitarie 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE “Uccelli”, che svolgano, tra le altre, attività di raccolta dati, ricerca scientifica, coordinamento e organizzazione a livello di Sistema regionale delle aree naturali protette.

I Centri Referenza, in capo a enti di gestione singoli o associati, articolano Programmi pluriennale relativi alle seguenti attività:

  • raccogliere e organizzare i dati e le conoscenze provenienti da tutti i soggetti operanti nel settore di riferimento e conferire tali dati scientifici all’interno del sistema delle Banche Dati Naturalistiche regionali della Regione Piemonte;
  • predisporre sistemi di monitoraggio, piani e azioni d’intervento per  la conservazione delle  specie tutelate e dei loro habitat e svolgere direttamente attività di monitoraggio faunistico, anche a titolo oneroso, attraverso metodologie compatibili e funzionali all’inserimento delle risultanze ottenute all’interno del sistema delle Banche Dati Naturalistiche regionali. A tal fine il Centro di referenza si impegna al continuo aggiornamento delle Banche dati naturalistiche stesse affinché tali informazioni scientifiche siano patrimonio del Sistema delle aree naturali protette piemontesi;
  • fornire pareri, assistenza e informazioni specialistiche e consulenze, anche a titolo oneroso a privati ed altri enti. In caso di richieste da parte di proponenti pubblici o privati di supporto per la redazione di Studi d’Incidenza, il Centro è tenuto a fornire i dati e le informazioni scientifiche nelle modalità che ritiene più opportune al fine di garantire la conservazione delle specie e degli habitat. Per le procedure di Valutazione d’Incidenza, di cui all’art. 43 della l.r. 19/2009, in cui l’Ente di gestione stesso non è coinvolto nell’espressione del giudizio d’incidenza, il Centro di referenza può fornire consulenza onerosa per la redazione dello Studio per la Valutazione d’Incidenza;
  • organizzare corsi di formazione, convegni, workshop in merito alle tematiche trattate