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Il recupero di 5 piccoli assioli

Quando la scienza e la tecnologia vengono impiegate per la conservazione della Natura

Martedì 5 luglio i guardiaparco delle Aree protette dell’Appennino Piemontese sono stati chiamati per la segnalazione di 5 piccoli (pullus) di assiolo (Otus scops) in difficoltà.

pullus di assiolo (Otus scops) – foto Mara Calvini

Dopo il forte temporale della sera precedente, con pioggia forte e raffiche di vento, i cinque piccoli rapaci notturni sono caduti dal nido collocato all’interno di un albero cavo.

I piccoli assioli recuperati dopo il forte temporale – foto Nedo Boccaccio

A chiamare è stata Ileana Boccaccio di cascina Boccaccio a Tagliolo Monferrato, ex consigliera dell’ente di gestione del Parco Capanne di Marcarolo e attuale presidente dell’Associazione per la tutela della Valle del torrente Piota, insieme al figlio Nedo, studente di agraria ad Ovada e grande amante della Natura.

Nedo Boccaccio studente di agraria ad Ovada e grande amante della Natura, con gli assioli recuperati – foto Ileana Boccaccio

Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, Ileana conduce insieme a Roberto l’azienda agricola famigliare che gestisce interamente a regime biologico con la prospettiva di convertila in biodinamico.

Ad intervenire, dopo la comunicazione al Servizio Vigilanza faunistica della Provincia di Alessandria, è stata la guardiaparco Mara Calvini, naturalista ed esperta ornitologa, insieme a Pablo Palencia ricercatore di post dottorato della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Torino.

guardiaparco Mara Calvini – foto Pablo Palencia
Pablo Palencia ricercatore di Veterinaria dell’Università di Torino – foto Mara Calvini

I 5 pullus si presentavano in buona salute per cui sono stati solo ristorati con acqua e cibo e collocati in una cavità idonea di un albero nelle immediate vicinanze, nella speranza che i genitori potessero ritornare ad occuparsi dei loro nidiacei.

nuova cavità nido per gli assioli all’interno di un melo nelle pertinenze della azienda vitivinicola cascina Boccaccio di Tagliolo Monferrato – foto Mara Calvini

La scelta è stata frutto di una attenta valutazione della situazione e della conoscenza, da parte dei 2 esperti, delle caratteristiche eco-etologiche degli animali da salvare; al fine di verificare che i genitori fossero ancora vivi dopo il temporale e che ritrovassero la nidiata nel nuovo sito è stata posizionata una fototrappola per poter valutare il buon esito del “salvataggio”.

giovani assioli collocati in una cavità idonea di un albero nelle immediate vicinanze – foto Pablo Palencia

Al mattino la bella notizia! la fototrappola ha ripreso il ritorno dei due genitori al nido per accudire la prole. Le immagini documentano il ritorno a turno degli adulti per nutrire, con frequenti imbeccate, i piccoli che li aspettano impazienti sull’albero.

video delle fototrappole del ritorno dei genitori a turno per nutrire i piccoli assioli

Nel caso in cui, per motivi diversi, i genitori dei piccoli assioli recuperati, non avessero fatto ritorno al nido, sarebbero intervenuti gli agenti della Provincia di Alessandria, che è l’ente preposto per il recupero della fauna selvatica in difficoltà, e avrebbe portano i 5 nidiacei nel Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Tigliole d’Asti (AT) che dal 1997 è ufficialmente riconosciuto dalla Regione Piemonte quale Centro di eccellenza per tutta l’attività di soccorso e riabilitazione della fauna selvatica per le province di Asti ed Alessandria.

L’ASSIOLO (Otus scops)

L’assiolo è il più piccolo rapace notturno europeo dopo la civetta nana (Glaucidium passerinum); le sue dimensioni sono simili a quelle di un merlo (18-21 cm) con un peso intorno ai 90 grammi.

Una particolarità dell’assiolo sono i ciuffetti auricolari, i cosiddetti cornetti, che lo fanno assomigliare ad un gufo (Asio otus) in miniatura, con un aspetto più slanciato; quando sono abbassati l’animale è più rilassato e assomiglia invece ad una civetta (Athene noctua) più “paffuta”.

Il suo piumaggio ricorda una corteccia d’albero e per questo riesce ad essere particolarmente mimetico quando è posato sui rami degli alberi.

mimetismo dell’assiolo – fonte wikipedia

Gli occhi hanno l’iride di colore giallo che di notte brillano nel buio attirando le sue prede preferite: insetti, farfalle, piccoli invertebrati, talvolta piccoli uccelli e roditori. Caccia all’agguato e, una volta catturata la preda con gli artigli, la porta su un posatoio e la mangia con calma.

L’assiolo anima le notti d’estate con il suo richiamo caratteristico, breve, ripetitivo al quale si deve il suo “soprannome” chiù. L’attività di canto comincia poco dopo il tramonto e finisce all’alba spesso con uno scambio di richiami tra femmina e maschio.

Sonogramma e audio del canto dell’Assiolo (da Lucas Lombardo, XC554878. Accessibile su www.xeno-canto.org/554878 ).

L’assiolo è un uccello migratore che arriva in Italia a marzo per nidificare per poi ripartire a settembre verso l’Africa. Durante la migrazione l’assiolo più attraversare anche lunghi tratti di mare, facendo sosta sulle piccole isole.  Nelle regioni meridionali la specie è parzialmente sedentaria.

La popolazione italiana è stimata in 5.000-11.000 coppie ma è considerata in diminuzione  e per questo la specie viene classificata a Minore Preoccupazione (LC) da IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. 

Nidifica in tutta la penisola e nelle isole italiane, con esclusione delle zone alpine. Negli ultimi decenni si sono registrate significative contrazioni delle comunità nelle zone pianeggianti della Pianura Padana. 

Si riproduce in ambienti boscosi aperti e caldi, anche rocciosi, dove predilige zone di margine e radure con alberi sparsi e filari (boscaglie rade, uliveti, pinete litoranee ecc.), sia in ambienti naturali, suburbani e urbani come orti, giardini e parchi. La nidificazione avviene nelle cavità degli alberi, nei muri o nei vecchi nidi abbandonati da corvidi.

Le principali minacce sono la trasformazione dell’habitat di nidificazione e l’uso di pesticidi e rodenticidi


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