Appennino News

Posizionate 40 foto trappole nell’ambito del Progetto di Ricerca REM per la stima dell’abbondanza e della densità dei cinghiali

Nel mese di marzo i ricercatori e il personale del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, con il supporto tecnico-scientifico e logistico dei guardiaparco, hanno posizionato nel territorio del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, le 40 foto-trappole previste dal progetto di ricerca sull’utilizzo del metodo REM (Random Encounter Model) per la stima dell’abbondanza e della densità della popolazione di cinghiali in un’area affetta da ASF (African Swine Fever – Peste Suina Africana).

Referente scientifico del progetto è Ezio Ferroglio, professore di parassitologia e malattie parassitarie degli animali presso il Dipartimento di Scienze Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino e coordinatore per tutto il Sud-Est Europa per il Progetto Enetwild (https://enetwild.com), un consorzio composto da importanti istituzioni per l’ecologia e la salute della fauna selvatica finanziato dall’EFSA (https://www.efsa.europa.eu/it) – Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare.

Il progetto di ricerca con il metodo REM è finalizzato a monitorare  scientificamente l’andamento della popolazione di cinghiale del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo in relazione all’emergenza sanitaria legata al focolaio di Peste Suina Africana (PSA).

L’obiettivo è quello di stimare la densità dei cinghiali su base mensile al fine di poter valutare l’andamento demografico nel tempo e, con un numero sufficiente di osservazioni, stimare anche per le diverse classi di età in modo da poter valutare anche la struttura della popolazione presente. 

Il progetto avrà inoltre una ulteriore importante valenza, rappresentata dalla possibilità di realizzare, attraverso le riprese delle 40 foto-trappole attivate, un monitoraggio diffuso delle specie faunistiche, soprattutto di mammiferi, presenti del Parco di Capanne di Marcarolo.

Le foto trappole sono state posizionate sul territorio sulla base delle indicazione di massima di un software ad elaborazione cartografica QGis e della valutazione dei guardiaparco, affinché potessero rappresentare tutte le tipologie di copertura del suolo dell’Area Protetta.

Tutte le attività di progetto sono state attuate secondo le indicazioni pervenute dalla Direzione Sanità – Settore Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte nel rispetto dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 13 gennaio 2022.

Gli obiettivi generali del Progetto REM

Il Progetto di Ricerca sull’utilizzo del metodo REM tenta di migliorare le capacità europee di monitoraggio della popolazione di cinghiale, sviluppando standard per la raccolta e la convalida dei dati e, infine, creare e promuovere un archivio di dati.

Il primo e fondamentale passaggio nella gestione sanitaria del cinghiale riguarda lo sviluppo di metodi di censimento affidabili e ripetibili, intesi nel senso più ampio del termine come metodi di stima delle consistenze numeriche.

È necessario determinare l’intervallo di distribuzione delle specie e l’abbondanza della popolazione in quanto rappresentano informazioni chiave per i processi decisionali. 

Nel caso specifico della PSA, è necessario conoscere il numero e la distribuzione spaziale della popolazione di cinghiali per condurre una gestione efficiente della popolazione.

Per l’elaborazione di modelli spaziali a scala locale che possano essere utilizzati per programmare e valutare le misure di gestione contro la diffusione di una patologia, sono necessarie informazioni più precise sulla dimensione della popolazione (dimensione della popolazione, densità, abbondanze relative). 

A tale scopo il CameraTrapping (CT) ossia l’osservazione degli animali con fototrappole, è il metodo più efficace per stimare l’abbondanza relativa e la densità di popolazione del cinghiale in un’area in cui la PSA è stata recentemente introdotta

Tra i modelli attualmente più utilizzati per la stima delle consistenze numeriche c’è il REM (Random Encounter Model – Modello di incontro casuale).

Il monitoraggio della Peste Suina Africana (PSA) continua

Gli ultimi dati del 29 marzo scorso riportati dal sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta indicano 74 carcasse positive al virus della Peste Suina Africana (PSA) accertate nella “zona di restrizione II”: 42 per ritrovamenti in Piemonte, 32 in Liguria. Sulla base del recente Regolamento UE 2022/440 la zona dove sono stati riscontrati i casi positivi anziché “zona infetta” è ora denominata “zona di restrizione II”.

Il personale di vigilanza è costantemente operativo nella ricerca di cinghiale morti nell’ambito del monitoraggio della Peste Suina Africana (PSA) coordinato dalla Regione Piemonte.