Appennino News

A marzo prima sessione del monitoraggio della migrazione primaverile dell’avifauna

Dal 12 al 22 marzo i guardiaparco sono stati impegnati nella prima sessione di osservazione della migrazione primaverile dell’avifauna sul monte Vesolina – Piani di Praglia, al confine sud-orientale del Parco – Zona Speciale di Conservazione “Capanne di Marcarolo”.

L’attività rientra nell’ambito del programma istituzionale di monitoraggio nei Siti Natura 2000 previsto a livello regionale per lo studio e la conservazione delle specie e degli habitat della Direttiva Europea “Habitat” 92/43/CEE.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è monitoraggio-migrazione-4-1024x768.jpeg
guardiaparco Mara Calvini – Responsabile del Monitoraggio della migrazione dell’avifauna per le Aree Protette dell’Appennino Piemontese

I guardiaparco sul campo compilano una scheda standard nella quale vengono annotati tutti gli avvistamenti con l’indicazione della specie, il numero di individui, l’ora del passaggio, la provenienza e l’altezza di volo, la rotta, i dati geografici della località e le condizioni meteo. 

Al termine della sessione di monitoraggio primaverile verrà calcolato l’indice medio di passaggio e valutato il numero delle specie complessive.

biancone (Circaetus gallicus) in volo

La specie target del monitoraggio per il mese di marzo è stato il biancone (Circaetus gallicus),  simbolo del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, del quale sono state fatte 16 osservazioni.

Il biancone sverna nel continente africano per poi ritornare in primavera in Europa volando anche per 4000 km.

Ha dimensioni medio/grandi (180/190 cm di apertura alare) e deve il suo nome alla colorazione prevalente del ventre, ben visibile durante il volo.

Un’altra caratteristica che rende il biancone un rapace “speciale” è  la dieta costituita quasi esclusivamente da rettili, in particolare da ofidi,  per la quale è soprannominata anche “l’aquila dei serpenti”; non è raro osservarlo in caccia con la caratterista tecnica dello “spirito santo” ossia rimanendo sospeso a mezz’aria scrutando il territorio sottostante alla ricerca delle prede.

Sull’Appennino ligure-piemontese, l’attuale consistenza è di almeno 50/60 coppie nidificanti, ma la specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta “vulnerabile” per la Lista Rossa Italiana.

punto di osservazione sul monte Vesolina in un giornata nebbiosa

Tra le altre specie finora osservate, in numero ridotto anche a causa del mal tempo che ha reso difficili le osservazioni e i conteggi, sono transitati 7 falchi di palude  (Circus aeruginosus), 2 sparvieri (Accipiter nisus), 2 gheppi (Falco tinnunculus), 1 albanella reale (Circus cyaneus),  1 nibbio bruno (Milvus migrans), 1 cicogna nera, oltre a diverse decine di storni, colombacci e rondini.

Quest’anno la migrazione è partita molto in ritardo e non c’è stato il picco di passaggi concentrati in 2-3 gg analogamente agli anni passati, come confermato dalle stazioni di osservazione sulla costa ligure. 

Il monitoraggio proseguirà nel mese di aprile per seguire principalmente i falchi di palude  (Circus aeruginosus) e nel mese di maggio per il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).

Tutte le attività di monitoraggio della migrazione primaverile dell’avifauna sono state attuate secondo le indicazioni pervenute dalla Direzione Sanità – Settore Prevenzione e Veterinaria della Regione Piemonte nel rispetto dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 13 gennaio 2022.

Che cos’è la Rete Natura 2000

Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La Rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Prerogativa della Rete Natura 2000, come riportato nell’articolo 2 della Direttiva europea, è il presupposto per cui la protezione della natura viene garantita tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali”

La Direttiva riconosce infatti il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le miniere, le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).

Oggi la Rete N2000 è costituita da oltre 27.500 siti terrestri e marini, che coprono circa il 20% del territorio europeo e quasi il 10% dei mari circostanti, in nove regioni biogeografiche;questo la rende la più grande rete coordinata di aree protette in tutto il mondo.