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Peste Suina Africana PSA – Monitoraggio e Progetto di Ricerca sul cinghiale

Gli ultimi dati del 28 febbraio scorso riportati dal sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (https://www.izsplv.it/it/) indicano il ritrovamento di 46 carcasse positive al virus della Peste Suina Africana (PSA): 25 in Piemonte e 21 in Liguria.

Il personale di vigilanza ha collaborato attivamente alle attività di ricerca delle carcasse di cinghiale nell’ambito del monitoraggio coordinato dalla Regione Piemonte per la valutazione  e il contenimento della diffusione della Peste Suina Africana (PSA).

L’area interessata dall’emergenza PSA è stata suddivisa in tre zone : la “core-area” o “zona rossa” in cui la presenza del virus è certa, la fascia a diretto contatto con la precedente per una ampiezza di 6 chilometri e una seconda area ancora più esterna larga 8 chilometri.

Per organizzare in modo sistematico e coordinato il monitoraggio il territorio interessato dalla ricerca delle carcasse è stato suddiviso in settori di 5 chilometri di lato, ulteriormente suddivisi in 25 in celle di un chilometro quadrato, utilizzando come riferimento il sistema di griglia geografica europea.

Le operazioni di ricerca sono state organizzate in squadre di 4-8 operatori indagando le singole celle dalla fascia più periferica fino al confine con la core-area.

Ogni squadra, coordinata da un ufficiale di pubblica sicurezza, ha provveduto alla  compilazione di una scheda di campo che riporta il numero identificativo del Settore e della Cella, la planimetria, la data, gli orari, i partecipanti al monitoraggio e la tabella per l’indicazione delle coordinate degli eventuali cinghiali morti trovati da segnalare al Servizio Veterinario.

Tutti questi dati, il giorno successivo alle ricerche, vengono trasmessi all’Amministrazione regionale al fine di avere un quadro sempre aggiornato delle attività di monitoraggio.

In caso di ritrovamento di cinghiali morti, mantenendosi a debita distanza, viene inviata la posizione tramite messaggio whatsapp al Servizio Veterinario con allegate due foto della carcassa e del luogo di ritrovamento.

Le singole squadre infine rispettano importanti norme di biosicurezza:  dotazione di uno spruzzino con disinfettante specifico; cambio delle calzature dopo le operazioni di ricerca e chiusura in un sacco dopo averle disinfettate a fine giornata; cambio dei vestiti in caso di ritrovamento di una carcassa; igienizzazione delle ruote dell’auto dopo le operazioni.

Progetto di Ricerca sull’utilizzo del metodo REM per la stima dell’abbondanza e della densità della popolazione di cinghiali in un’area affetta da ASF 

Le Aree Protette dell’Appennino Piemontese hanno condiviso il progetto di ricerca del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino sull’utilizzo del metodo REM (Random Encounter Model – Modello di incontro casuale) per la stima dell’abbondanza e della densità della popolazione di cinghiali in un’area affetta da ASF (African Swine Fever – Peste Suina Africana) 

La sorveglianza sanitaria integrata è stata riconosciuta come strumento cardine dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA – https://www.efsa.europa.eu/it) e dalla Commissione Europea (CE) per garantire un approccio scientificamente solido dei sistemi comunitari di sorveglianza e gestione sanitaria 

L’EFSA attraverso ENETWILD (https://enetwild.com), consorzio composto da importanti istituzioni per l’ecologia e la salute della fauna selvatica del quale fa parte il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, finanzia questo progetto per raccogliere dati comparabili a livello europeo con l’obiettivo principale di raccogliere informazioni sulla distribuzione geografica, l’abbondanza e la struttura di popolazioni delle specie selvatiche.

La valutazione del rischio per alcuni agenti patogeni di interesse per l’uomo e il bestiame, richiede la disponibilità di dati di presenza e abbondanza su specie selvatiche che possono rappresentare serbatoi di agenti patogeni

Il Progetto di Ricerca sull’utilizzo del metodo REM, quindi, tenta di migliorare le capacità europee di monitoraggio della popolazione di cinghiale, sviluppando standard per la raccolta e la convalida dei dati e, infine, creare e promuovere un archivio di dati.

Il primo e fondamentale passaggio nella gestione sanitaria del cinghiale riguarda lo sviluppo di metodi di censimento affidabili e ripetibili, intesi nel senso più ampio del termine come metodi di stima delle consistenze numeriche.

È necessario determinare l’intervallo di distribuzione delle specie e l’abbondanza della popolazione in quanto rappresentano informazioni chiave per i processi decisionali. 

Nel caso specifico della PSA, è necessario conoscere il numero e la distribuzione spaziale della popolazione di cinghiali per condurre una gestione efficiente della popolazione.

Per l’elaborazione di modelli spaziali a scala locale che possano essere utilizzati per programmare e valutare le misure di gestione contro la diffusione di una patologia, sono necessarie informazioni più precise sulla dimensione della popolazione (dimensione della popolazione, densità, abbondanze relative). 

A tale scopo il CameraTrapping (CT) ossia l’osservazione degli animali con fototrappole, è il metodo più efficace per stimare l’abbondanza relativa e la densità di popolazione del cinghiale in un’area in cui la PSA è stata recentemente introdotta

Tra i modelli attualmente più utilizzati per la stima delle consistenze numeriche c’è il REM (Random Encounter Model – Modello di incontro casuale). È stato ipotizzato pertanto l’utilizzo di 40 foto trappole che verranno disposte nel territorio del Parco Capanne di Marcarolo, secondo le risultanze di un software di elaborazione cartografica QGis, in modo da coprire in modo proporzionale tutte le tipologie di coperture del suolo dell’Area Protetta.

L’obiettivo è quello di stimare la densità dei cinghiali su base mensile al fine di poter valutare l’andamento demografico nel tempo e, con un numero sufficiente di osservazioni, stimare anche per le diverse classi di età in modo da poter valutare anche la struttura della popolazione presente.