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Una Viola rarissima nell’Appennino ligure-piemontese

Un’escursione sui crinali più alti dell’Appennino tra Piemonte e Liguria può riservare, in questa stagione, uno dei ritrovamenti botanici tra i più significativi di tutta l’area appenninica piemontese anche per il suo valore estetico (ma i fiori rari possono non essere belli?) .

Viola calcarata L.

La Viola calcarata L. è caratterizzata da fiori di grandi dimensioni e da un colore caratteristico, blu-giallo (appunto viola!), che consentono di distinguerla, nell’ambito del suo ristretto areale, dalle altre specie del Genere Viola L. persino ai non esperti. Nell’Appenino settentrionale è estremamente rara, segnalata nelle vette più elevate quali il Monte Antola e il Monte Maggiorasca. La sua presenza nell’Appennino piemontese, in realtà, si estende alle altre vette importanti della catena come il Monte Chiappo e il Monte Ebro.

Viola calcarata L., particolare della pianta

Fino ad alcuni anni fa la Viola calcarata dell’Appennino settentrionale veniva chiamata Viola cavillieri W. Becker (o con il sinonimo Viola calcarata subsp. cavillieri Merxm. et Lippert) e con questo nome compare a volte citata negli studi botanici.

Quali escursioni permettono di osservare la Viola calcarata? Suggeriamo il sentiero che da Capanne di Carrega conduce alla vetta del Monte Antola oppure quello che da Capanne di Cosola, passando per il Monte Chiappo, porta al Monte Ebro. Sarà necessario avere con sé una macchina fotografica munita di ottica per le riprese ravvicinate. Per i panorami che da tutte e tre le vette citate spaziano sulla catena appenninica, inoltre, è consigliata un’ottica zoom; nel caso del Monte Antola poi, la vista sul Mar Ligure sarà ulteriore elemento di attrazione per il fotografo.