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Altane per il piano di depopolamento del cinghiale

Nel mese di aprile sono iniziati i lavori per l’installazione di sei altane in legno per il controllo della specie cinghiale e per il piano di depopolamento previsto per l’emergenza della Peste Suina Africana (PSA).

L’istallazione delle strutture è eseguita dall’azienda agricola “Il Ciapin” di Voltaggio nelle aree individuate nel Parco Capanne di Marcarolo e nel Parco Alta Val Borbera.

Piani di controllo della specie cinghiale per il quinquennio 2020-2025

I due Parchi naturali, Capanne di Marcarolo e Alta Val Borbera, gestiti dall’ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese, hanno entrambi un Piano di controllo della specie cinghiale per il quinquennio 2020-2025. La L.R. n. 19/2009 e s.m.i. “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità”, all’art. 33 prevede infatti che, al fine del raggiungimento e della conservazione dell’equilibrio faunistico e ambientale nelle Aree protette, siano necessari interventi gestionali sulla base di piani elaborati e approvati dal soggetto gestore. L’ufficio tecnico dell’ente, in collaborazione con l’Area di vigilanza, ha pertanto predisposto i Piani di controllo che devono avere anche il parere favorevole da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e del Settore Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte. 

Il Piano di gestione del cinghiale e le tecniche dirette e indirette utilizzate per il controllo

La finalità principale di un Piano di gestione del cinghiale è il mantenimento della condizione di un sostanziale azzeramento dei danni provocati dalla specie nell’area protettala; inoltre ha come obiettivo la tutela e la conservazione degli habitat e delle specie delle direttive comunitarie (Direttiva “Habitat” 92/43/CEE  e Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE).

Le “Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus scrofa) nella aree protette” dell’ISPRA, prevedono che le tecniche impiegate per la prevenzione dei danni causati dal cinghiale alle colture possano essere di tipo diretto e indiretto; ognuna di queste tecniche è caratterizzata da un’efficacia relativa e da un rapporto costi/benefici che non possono essere stimati in assoluto, ma che dipendono dal contesto ambientale, faunistico ed economico-sociale nel quale vengono applicate. 

L’ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, in relazione alle disponibilità economiche, ha provveduto negli anni ad incentivare il contenimento indiretto dei danni da cinghiale attraverso bandi di assegnazione di recinzioni elettriche e reti a maglia metallica. Il controllo indiretto dei danni è stato messo in atto soprattutto presso le cascine, per la protezione di piccole superfici prative e di orti e frutteti. 

Il controllo diretto quindi risulta complementare e successivo al controllo indiretto e finalizzato a ridurre il potenziale riproduttivo della specie, con interventi di controllo pianificati sulla base della zonizzazione in sub-aree a diversa vocazionalità, anche a protezione delle aree ad agricoltura di pregio situate all’esterno delle Aree protette, rispettando la struttura della popolazione per classi di età e utilizzando le diverse metodologie (gabbie trappola e appostamenti)  in relazione alle necessità operative. 

I Piani di Controllo prevedono l’utilizzo prioritario delle gabbie trappola, che rappresentano la soluzione più efficiente e che può maggiormente garantire un controllo programmato,
Sulla base dell’esperienza oramai più che decennale maturata nella gestione del cinghiale nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo, questo metodo di cattura infatti si è dimostrato capace sia di selezionare naturalmente le classi più giovani, sia di garantire un presidio importante per le comunità locali. 

Il metodo dell’appostamento invece viene utilizzato in modo mirato, in siti idonei a seconda della stagione, della disponibilità di personale e della localizzazione dei branchi, quindi nel periodo di minore presenza di abitanti e in caso di particolari concentrazioni di animali.

A tale scopo l’ente ha ottenuto anche un finanziamento per l’allestimento di sei altane in legno da allestire nelle aree ritenute idonee.

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