Monitoraggi Natura 2000 – marzo
Nel mese di marzo i guardiaparco sono stati impegnati nei monitoraggi nei Siti Natura 2000 delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, previsti per lo studio e la conservazione delle specie e degli habitat della Direttiva Habitat 92/43/CEE.
Monitoraggio sulla Migrazione primaverile dell’Avifauna
Dal 10 al 14 marzo si è svolto il Monitoraggio per la Migrazione Primaverile dell’Avifauna sul monte Vesolina – Piani di Praglia, al confine sud-orientale del Parco – Zona Speciale di Conservazione “Capanne di Marcarolo”.
Gli osservatori compilano una scheda di monitoraggio nella quale vengono vengono annotati, oltre ai dati geografici della località e alle condizioni meteo, gli avvistamenti degli individui / per specie / per ora in modo tale da poter elaborare l’ indice medio di passaggio e le specie complessive.
La specie target del monitoraggio per il mese di marzo è stato il biancone (Circaetus gallicus), simbolo del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, che sverna nel continente africano per poi ritornare in primavera in Europa volando anche per 4000 km.
Il biancone ha dimensioni medio/grandi (180/190 cm di apertura alare) e deve il suo nome alla colorazione prevalente del ventre, ben visibile durante il volo.
Un’altra caratteristica che rende il biancone un rapace “speciale” è la dieta costituita quasi esclusivamente da rettili, in particolare da ofidi, per la quale è soprannominata anche “l’aquila dei serpenti”; non è raro osservarlo in caccia con la caratterista tecnica dello “spirito santo” ossia rimanendo sospeso a mezz’aria scrutando il territorio sottostante alla ricerca delle prede.
Sull’Appennino ligure-piemontese, l’attuale consistenza è di almeno 50/60 coppie nidificanti, ma la specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta “vulnerabile” per la Lista Rossa Italiana.
Tra le altre specie finora osservate figurano lo sparviere (Accipiter nisus), la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), il falco di palude (Circus aeruginosus), il colombaccio (Columba palumbus), lo storno (Sturnus vulgaris) e la cesena (Turdus pilaris)
Il monitoraggio proseguirà nel mese di aprile per seguire principalmente i falchi di palude (Circus aeruginosus) e nel mese di maggio per il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
Monitoraggio della rana agile (Rana dalmatina)
Nell’ambito del monitoraggio degli Anfibi nei Siti Natura 2000 gestiti dall’ente, i guardiaparco nel mese di maggio si sono concentrati nella ricerca dei siti di riproduzione della rana agile (Rana dalmatina).
La rana agile è generalmente il primo anfibio a poter essere osservato. Il suo periodo riproduttivo infatti è a fine inverno, tra febbraio e marzo, e per questo è possibile trovarla anche di giorno.
L’identificazione dei maschi è possibile anche grazie al gracidio che solitamente è emesso sott’acqua.
Le femmine depongono dalle 500 alle 1800 uova che vengono fissate in un unico ammasso gelatinoso su piante o rami sommersi dall’acqua.
Le larve (i girini) nascono dopo 3 settimane dalla deposizione delle uova.
Che cos’è la Rete Natura 2000
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La Rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Prerogativa della Rete Natura 2000, come riportato nell’articolo 2 della Direttiva europea, è il presupposto per cui la protezione della natura viene garantita tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali”
La Direttiva riconosce infatti il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le miniere, le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).
Oggi la Rete N2000 è costituita da oltre 27.500 siti terrestri e marini, che coprono circa il 20% del territorio europeo e quasi il 10% dei mari circostanti, in nove regioni biogeografiche;questo la rende la più grande rete coordinata di aree protette in tutto il mondo.