La Rete Natura 2000

ZSC IT1180010 – Langhe di Spigno Monferrato

  • Comuni interessati: Merana (AL), Spigno Monferrato (AL), Mombaldone (AT), Roccaverano (AT), Serole (AT)
  • Superficie : 3.157 ha
  • Cartografia:
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  • Misure di conservazione sito-specifiche
    Testo
    DGR 53-4420 del 19/12/2016

Caratteristiche generali 

Il sito è localizzato sulle alture collinari poste in sinistra idrografica della Bormida di Spigno, ad un’altitudine compresa tra 250 e 830 m di altezza.
Il sito è situato nell’alta langa, in un’area contraddistinta da una morfologia complessa, generata dall’intensa erosione meteorica di rocce tenere quali marne, sabbie ed arenarie. I rilievi risultano piuttosto eterogenei ed articolati, caratterizzati da un alternarsi di pendii e di crinali a profilo arrotondato, ma anche dalla presenza in ampie aree del SIC di calanchi. 

La superficie è ampiamente boscata, soprattutto sulle creste e sulle porzioni più alte dei rilievi. Dominano i querceti di roverella (Quercus pubescens) con pino silvestre (Pinus sylvestris), ai quali si accompagnano cerrete, formazioni di carpino nero (Ostrya carpinifolia), castagneti e ridotti cespuglieti. Il paesaggio dei fondivalle è invece rappresentato da un mosaico di ambienti in cui prevalgono i coltivi, quindi i frutteti e vigneti, sparsi sul resto del territorio, ridottissimi impianti per la pioppicoltura e magre formazioni prative conseguenti all’abbandono dell’agricoltura che assumono ora un elevato valore naturalistico. 

Ambienti e specie di maggior interesse 

L’interesse specifico del sito, una delle aree a clima più caldo delle Langhe, è legato alla presenza di una caratteristica flora termoxerofila, con elevata presenza di elementi mediterranei e sub-mediterranei.
Tra le specie più spiccatamente mediterranee si segnala la presenza di Filago pyramidata, inserita nella Lista Rossa italiana, terebinto (Pistacia terebinthus), sorbo domestico (Sorbus domestica), ginestra odorosa (Spartium junceum) e elicriso (Helichrysum italicum). 

Nel sito è segnalata la presenza di Gladiolus palustris, specie inserita negli allegati della D.H. (All. II e IV) nonchè indicata come vulnerabile nella Lista Rossa regionale; si ricorda la presenza di Campanula medium, specie subendemica dei rilievi delle alpi occidentali, di quelli collinari interni del Piemonte e dell’appennino. Tra gli habitat di interesse comunitario sono presenti i prati xerici a Bromus erectus (6210), che per l’abbondante fioritura stagionale di orchidee sono classificati come prioritari ai sensi della D.H. Tra gli ambienti di interesse comunitario sono inoltre stati censiti i castagneti (9260) e residui saliceti arbustivi ripari a Salix eleagnos (3240). 

La morfologia e le particolari condizioni climatiche rendono il territorio particolarmente favorevole ad ospitare numerose specie di rettili: ne sono state rilevate infatti ben 9, di cui 5 di interesse comunitario. Spicca la presenza di alcuni elementi poco diffusi in Piemonte, come il saettone (Zamenis longissimus) e la natrice tassellata (Natrix tessellata), entrambe inserite nell’All. IV della D.H., e di specie tipicamente mediterranee, come la natrice viperina (Natrix maura) e la luscengola (Chalcides chalcides), quest’ultima al limite del suo areale di distribuzione. Nelle zone umide lungo la Bormida di Spigno e lungo i torrenti che solcano il territorio del sito, sono stati rilevati anche 4 anfibi; essi sono: il rospo comune (Bufo bufo), la rana di Lessona (Rana lessonae, All. IV), la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) ed il tritone appenninico (Triturus alpestris apuanus), anch’esso tipico elemento a gravitazione mediterranea, in Piemonte al limite del suo areale di distribuzione. 

L’avifauna conta 25 specie, tutte nidificanti e per la gran parte legate ad ambienti forestali; 3 specie sono inserite nell’All. I della Direttiva Uccelli (D.U.): il succiacapre (Caprimulgus europaeus), la tottavilla (Lullula arborea) e l’averla piccola (Lanius collurio). 

Stato di conservazione e minacce 

Attualmente non si segnalano minacce particolari; gli unici problemi potrebbero derivare da eventuali ampliamenti stradali a discapito degli ambienti di interesse comunitario e alla naturale ricolonizzazione delle aree aperte da parte di alberi e arbusti. 

Cenni sulla fruizione 

Alcuni sentieri partono dal fondovalle, all’incirca nei pressi dell’abitato di Merana, e si dirigono verso i rilievi più elevati. Il loro percorso segue le linee di cresta divisorie dei bacini idrografici e dà la possibilità di apprezzare particolari scoscendimenti calanchivi che solcano i versanti.