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SIC IT1180030 Calanchi di Rigoroso, Sottovalle e Carrosio

  • Comuni interessati: Arquata Scrivia (AL), Carrosio (AL)
  • Superficie : 546,76 ha
  • Cartografia 
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Caratteristiche generali 
calanchi di Sottovalle – foto Massimo Campora

Il sito si trova sui primi contrafforti appenninici poco a sud di Gavi e Arquata Scrivia. Ha forma allungata in direzione ovest-est, ed è compreso tra gli abitati di Carrosio, Rigoroso e Sottovalle.
Il paesaggio, molto gradevole e vario, è caratterizzato dalla presenza di affioramenti calanchivi di notevoli dimensioni. Circa metà della superficie è occupata da boschi di latifoglie: querceti mesoxerofili di roverella (Quercus pubescens), orno-ostrieti, anche d’invasione, e castagneti rivestono i versanti e sfumano nelle aree a maggior pendenza in ampie zone di arbusteti a ginestra odorosa (Spartium junceum). Le aree meno acclivi sono occupate dalle praterie secche ricche di orchidee, in parte ancora sfalciate ma per lo più abbandonate e in fase di invasione da parte del bosco. Stessa sorte accomuna i terreni agricoli, costituiti solo da praterie migliorate, mentre i coltivi sono presenti spesso ormai abbandonati e cespugliati. I calanchi, l’elemento principale del paesaggio, coprono circa 40 ettari. I corsi d’acqua sono poco numerosi e in molti casi stagionali. Il principale è un affluente del Torrente Lemme, che ha inciso profondamente i rilievi tra i quali scorre, su cui si appoggia parte del confine meridionale del sito, e pochi altri torrentelli a flusso intermittente che tendono a prosciugarsi in estate, salvo che in alcune pozze più profonde dove l’acqua permane tutto l’anno. 

Ambienti e specie di maggior interesse 
Himantoglossum adriaticum – foto Giacomo Gola

Il sito conserva una grande varietà di habitat e specie di interesse comunitario, oltre ad altre specie rare a livello nazionale o regionale.
Tra i 6 habitat inseriti nell’All. I della Direttiva Habitat (D.H.), il più esteso è quello delle praterie secche (6210), da considerarsi in gran parte di interesse prioritario in quanto caratterizzate da un ricco contingente di orchidee (“important orchid site”), tra cui importanti popolazioni di alcune specie rare. Gli altri habitat di rilievo, presenti su superfici ridotte, sono: gli ambienti acquatici con presenza puntiforme di popolamenti di alghe del genere Chara (3140), i ginepreti di ginepro comune (5130), le formazioni dei detriti dell’Alysso – Sedion albi (6110*), le formazioni igrofile di muschi calcarizzanti (Cratoneurion: 7220*) e i boschi alluvionali (di ontano nero, ontano bianco e salice bianco (eventualmente con pioppi) presenti in limitate estensioni lungo gli impluvi (91E0*). 

Per quanto riguarda la flora, l’elemento di maggior pregio è la presenza di un gran numero di specie di orchidee, con popolazioni abbondanti, e in particolare Himantoglossum adriaticum (All. II e IV), per tutelare il quale il sito è stato istituito. Altre 20 specie sono segnalate nel sito, tra cui Anacamptis coriophora subsp. fragrans, A. morio, A. pyramidalis, Himantoglossum robertianum, Neotinea tridentata, N. ustulata, Ophrys apifera, O. aranifera, O. bertolonii, O. dinarica, O. funerea, O. holosericea, O. insectifera, O. pseudoscolopax, O. tetraloniae, O. mascula, O. provincialis, O. purpurea, Serapias vomeracea e Spiranthes spiralis. Altre specie rilevanti di flora, in quanto rare o al limite dei rispettivi areali, sono: Cynoglottis barrelieri subsp. barrelieri, Quercus crenata, Eranthis hyemalis, Corydalis solida subsp. solida, Vicia cassubica, Malva setigera, Moenchia mantica, Hyssopus officinalis, Euphorbia taurinensis, Gagea lutea, Gagea villosa, Bombycilaena erecta, Bupleurum baldense, Fumana procumbens, Euphorbia exigua, Chara vulgaris, Palustriella commutata; è anche presente una numerosa popolazione di Iris lutescens, il cui indigenato è però dubbio. 

Saga pedo – foto Giacomo Gola

Anche la fauna è ben conosciuta. Tra gli ortotteri, circa 30 specie, spicca la presenza di Saga pedo (All. IV), di cui sono note pochissime altre stazioni regionali. Tra i lepidotteri, circa 20 specie, si ricordano Zerynthia cassandra (All. IV), Eriogaster catax (All. II e IV) ed Euplagia quadripunctaria (All. II). Gli altri invertebrati di interesse comunitario sono il coleottero Lucanus cervus e il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), entrambi inseriti negli Allegati II e IV. 

L’ittiofauna è poco studiata, anche per la scarsità di ambienti acquatici; al momento risulta segnalato solo il vairone (Telestes muticellus, All. II).
Nonostante la generale aridità, sono presenti 8 specie di anfibi, tra cui spiccano il geotritone (Speleomantes strinatii, All. II e IV), apparentemente molto raro nel sito, e la rana di montagna (Rana temporaria), inaspettata data la tipologia di ambiente. Sono presenti anche Rana dalmatina (All. IV) e Triturus alpestris apuanus. Gli ambienti offrono ai rettili una grande quantità di habitat favorevoli: oltre a ben 5 specie di interesse comunitario, qui sono note popolazioni significative di luscengola (Chalcides chalcides) e colubro di Riccioli (Coronella girondica), entrambe specie localizzate in Piemonte.

Tra i mammiferi di interesse comunitario sono segnalati Muscardinus avellanarius (All. IV), il lupo (Canis lupus, All. II e IV) e l’istrice (Hystrix cristata, All. IV), oltre a diverse specie di pipistrelli (Plecotus auritus, Pipistrellus pipistrellus, inseriti in All IV, Myotis daubentonii, M. emarginatus, Rhinolophus hipposideros e R. ferrumequinumi, inseriti in All II e IV).

Sono segnalate 30 specie di avifauna, con alcune presenze rilevanti a livello regionale. Succiacapre (Caprimulgus europaeus), biancone (Circaetus gallicus), tottavilla (Lullula arborea), averla piccola (Lanius collurio), falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), picchio nero (Dryocopus martius), sono inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli. Di interesse sono anche il lodolaio (Falco subbuteo), il gruccione (Merops apiaster), l’upupa (Upupa epops) e la sterpazzolina di Moltoni (Sylvia subalpina). 

Picchio nero – foto Giacomo Gola
Stato di conservazione e minacce 

Lo stato di conservazione è complessivamente buono.
La principale minaccia è costituita dall’abbandono dello sfalcio dei prati con conseguente invasione da parte della vegetazione arborea e perdita della biodiversità tipica degli habitat aperti, qui riferibile in particolar modo ai popolamenti di orchidee.
Un’altra minaccia, meno probabile dopo l’istituzione del sito, è lo sbancamento dei calanchi per rimodellare i versanti e far posto ai vigneti. Potenzialmente problematica è la presenza di rane verdi balcaniche (Pelophylax ridibundus s.l.), introdotte accidentalmente in Piemonte e in rapida diffusione. 

Cenni sulla fruizione 

L’area è facilmente raggiungibile in automobile, ed è attraversata da una strada asfaltata poco frequentata, da cui partono alcune strade sterrate, piste e sentieri non segnalati.