Funghi di Cartasegna, 24 settembre 2017
Domenica 24 settembre si è svolta la prima escursione micologica del 2017, organizzata dall’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese.
Da Cartasegna (Carrega Ligure) Mario Calbi, appassionato esperto del mondo vegetale e dei funghi, dapprima lungo la mulattiera per Connio e poi verso le maestose faggete dei Crosi, ha illustrato le tecniche di riconoscimento delle specie fungine.
L’escursione è stata possibile grazie all’ospitalità, alla conoscenza del territorio e all’accompagnamento degli abitanti di Cartasegna; un grazie sentito dall’Ente gestore va a Gino Ballestrasse (nella foto sopra la persona nell’angolo in basso a sinistra), a Renzo, Gian Mario e Antonella, a Massimo e Davide e a Sandro, Enni e Alfredo.
La Fistulina hepatica o Lingua di bue è un buon fungo commestibile, molto apprezzata dai cittadini d’Oltralpe ma spesso tralasciata nelle nostre regioni. Cresce sul legno e, anche nelle annate particolarmente siccitose come questa, si sviluppa quando la maggior parte delle altre specie non riesce a fruttificare.
Hebeloma radicosum appartiene a un Genere tipico della lettiera. La specie è l’unica del Genere ad avere un anello nella parte alta del gambo. I funghi del Genere Hebeloma sono di interesse estetico ma non alimentare.
Tra le specie nemorali, dei boschi, ci sono anche le Mazze di tamburo, i funghi del Genere Lepiota (foto sopra), molto apprezzati dai raccoglitori. Le Mazze di tamburo sono tra le specie per le quali non è necessario essere muniti del Titolo di raccolta (tesserino regionale). Nella foto sopra Macrolepiota mastoidea.
Sopra i 1100 metri il bosco è composto quasi esclusivamente da faggi (Fagus sylvatica), alcuni anche imponenti: nella foto sopra un faggio secolare dal diametro a petto d’uomo di 340 cm.
Oudemansiella mucida, foto sopra, è una specie tipica della faggeta dove cresce sui rami secchi e sulle piante poco vigorose; è commestibile anche se localmente non viene considerata di interesse alimentare.
La faggeta in passato è stata trasformata dall’uomo in castagneto da frutto, in questa fascia vegetazionale si trova una specie arbustiva interessante, il Biancospino selvatico (Crataegus laevigata), foto sopra.
Sempre più raro è il Vischio (Viscum album), pianta venerata nell’antichità e ancor oggi usata per decorazioni. Nella foto sopra un esemplare di Vischio su Sorbo montano (Sorbus aria). Ricordiamo che la specie è protetta dalla normativa regionale di settore.
Di eccezionale interesse è la presenza nei boschi di Cartasegna e in generale della Zona Speciale di Conservazione IT1180011 “Massiccio dell’Antola, Monte Carmo, Monte Legnà” di un lichene che sta diventando sempre più raro perché molto sensibile all’inquinamento atmosferico: si tratta della Lobaria pulmonaria (foto sopra).
La prossima escursione micologica, curata dal prof. Franco Orsino, è prevista per domenica 15 ottobre, con ritrovo a Voltaggio in piazza Giuseppe Garibaldi alle ore 9:30.
Per rileggere gli articoli precedenti cliccate qui.
Potrebbe anche piacerti
