Oggi nell'Appennino

Brughiere di Marcarolo

 

Calluna vulgaris, erica, o meglio brugo, caratterizza un habitat a vegetazione bassa, di tipo arbustivo ed erbaceo denominato brughiera o anche landa. L’assenza dello strato arboreo è tipica di questo ambiente ed è dovuta, almeno nella maggior parte dei casi, all’intervento dell’uomo associato all’erosione naturale. Nell’altopiano di Marcarolo, dove il rilevo si addolcisce, sono invece lo sfruttamento intensivo del bosco, il pascolamento e poi gli incendi ad averne determinato il mantenimento.
Calluna vulgaris è ottima pianta pioniera che male sopporta la competizione vegetale. Una landa fiorita è perciò un’associazione vegetale in equilibrio instabile, il cui mantenimento è favorito da tutti quei fattori, naturali e antropici, che permettono un periodico ringiovanimento dei naturali stadi evolutivi.

Aspetto tardo estivo della brughiera (Calluna vulgaris fiorisce da fine agosto sino ad autunno inoltrato). A destra si vede come altre specie arboreo – arbustive cerchino di prendere il sopravvento (Corylus avellana, nocciolo).

La brughiera occupa la parte centrale dell’immagine. Sulla destra, in primo piano, Sorbus aria (sorbo montano), altra specie pioniera dei terreni poveri e soggetti a forte erosione. A sinistra sono ben visibili i primi stadi di un bosco in formazione con Fagus sylvatica (faggio), Quercus cerris (cerro) e altre essenze introdotte dall’uomo tra fine ‘800 e fine ‘900 (Pinus nigra). Dalla fotografia è evidente come Calluna vulgaris occupi le parte più libere del terreno preparandolo alle specie più esigenti ma meno frugali.

La capacità del brugo di colonizzare ambienti ostili alla vita vegetale, con suolo poco profondo e forti escursioni termiche giornaliere e annuali, è davvero notevole.

Come distinguere però il brugo dalle altre eriche, in particolare da Erica carnea (erica carnicina)?

Erica carnea

Erica carnea è molto simile per aspetto e colorazione a Calluna vulgaris entrambe, infatti, appartengo alla famiglia delle ericacee.

Particolare di Erica carnea

La prima, però oltre ad avere fioritura precoce, tardo invernale, ha foglie aghiformi lunghe intorno al centimetro e calice nettamente più corto della corolla. Per un approfondimento sulle eriche del Parco potete tornare all’articolo del 25/2/2011 cliccando qui.

Particolare di Calluna vulgaris

Calluna vulgaris, invece, ha fioritura tardo estivo-autunnale, foglie ridotte a squame e appressate tra loro e calice superante la corolla.

Altra caratteristica che distigue le due specie sono gli insetti allo stadio adulto ospitati: pressoché nessuno nel caso di Erica carnea, molte nel caso di Calluna vulgaris.

Nelle foto che seguono un anticipo del prossimo articolo.


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